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Prendendo in considerazione la condizione occupazionale delle donne napoletane, fig. 1.43, rispetto al dato cittadino risalta una percentuale di circa il 35% di casalinghe, che insieme a studentesse (6%), ritirate dal mercato del lavoro (6%), in altra condizione (11%) e a quelle non in cerca né in formazione (5%), contribuiscono a spiegare l’enorme tasso di inattività registrato (circa il 65%). La quota di occupate e disoccupate si equivale (circa il 15%), ma alla quota delle disoccupate vanno aggiunte anche le donne in cerca di prima occupazione che fa salire questo dato al 20%. Accorpando le modalità, la distribuzione che otteniamo evidenzia una forte presenza proprio delle casalinghe come classe modale, mentre le altre risultano comunque più ridotte numericamente.
\r\n\r\nFigura 1.43: Distribuzione delle donne residenti per condizione occupazionale – Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico II su dati Statistiche Comune di Napoli 2001.
\r\nDisaggregando il dato per municipalità, queste, in maniera generalizzata, risultano caratterizzate da alte percentuali di casalinghe, che solo nella municipalità 5 e nella 1 prevedono anche alte percentuali di occupate, mentre con maggiori disoccupate risultano essere le municipalità 6, 7, 8 e 9 (nelle quali prevalgono famiglie con figli ed alti tassi di inattività), seguite dalla 2, 3 e 4, il che probabilmente è dovuto ai motivi cui accennato prima di effettiva ricchezza di una zona oppure sua comprovata deficienza socio-economica, contestuale ed occupazionale
\r\n\r\nFigura 1.44: Distribuzione delle donne residenti per condizione occupazionale e per municipalità – Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico II su dati Statistiche Comune di Napoli 2001.
\r\nA cura del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico II Direzione e coordinamento: Enrica Amaturo, Anna Maria Zaccaria Gruppo di ricerca: Flavia Menna, Dario Minervini, Gabriella Punziano
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