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Volendo descrivere la struttura della popolazione relativamente all’età, l’Istat distingue tre macro fasce: infanzia ed adolescenza da 0 a 14 anni, giovani e adulti da 15 a 64 anni e anziani dai 65 in su. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressivo, stazionario o regressivo a seconda che la prima fascia di popolazione sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario. In particolare è evidente nella fig. 1.6 come la percentuale degli over 65 sia cresciuta in 10 anni di circa 2,5 punti percentuali vedendo la progressiva compressione di 2,5 punti percentuali degli under 15 lasciando sostanzialmente invariata l’ampiezza della classe mediana rappresentata, appunto dalla potenziale forza lavoro. Si denota, relativamente a quanto affermato, che vi è un progressivo invecchiamento della popolazione provocato dal brusco calo delle nascite già in precedenza evidenziato.
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Figura 1.6: Struttura per età della popolazione residente a Napoli. Fonte: TuttoItalia.it
\r\nSe si fa riferimento ai dati 2001, sempre aggregati a livello cittadino e per fasce d’età, la distribuzione riscontrata nella fig. 1.30 evidenzia un’età mediana più bassa compresa tra i 30 e i 34, mentre nel 2011 questa si alza alla fascia 35-39. Molto più bilanciata, invece, risulta la proporzione tra fascia di infanzia adolescenza (0-14) che si attesta ad un 16% sul totale della popolazione femminile residente e quella degli anziani (over 65) che risulta del 18% sul totale, così come mostrato nella fig 1.31. Estremamente consistente resta la popolazione potenzialmente attiva che sfiora il 66% mantenendo una proporzionalità anche con i dati 2011 dove si attesta al 65%. Quello che cambia prepotentemente sono gli estremi della distribuzione e le proporzioni tra giovanissimi e anziani che rimarcano anche temporalmente il progressivo invecchiamento della popolazione femminile residente senza un adeguato trend di crescita di nascite che incide sia sulla riduzione progressiva delle unità presenti sia appunto sul progressivo invecchiamento portando ad innalzare, di conseguenza, anche l’età mediana.
\r\n\r\nFigura 1.30: Distribuzione della popolazione femminile per fasce d’età – Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico su dati Istat 2001.
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Figura 1.31: Istogramma di composizione popolazione femminile residente per fasce d’età % –Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico su dati Istat 2001
\r\nLa popolazione femminile, così come mostrato nella fig. 1.25, risulta composta di 503.619 unità su un totale di popolazione residente di 958.078 unità pari a un tasso di femminilità del 52,5%. I dati aggiornati al 2011 prevedono anche una ripartizione della popolazione femminile cittadina rispetto alla cittadinanza ed alla fascia d’età, per cui, potenzialmente si può affermare che più del 50% della popolazione femminile residente si colloca in una fascia d’età che va dai 20 ai 59 anni, fascia che rispecchia quanto preponderante sia il peso della potenziale forza lavoro femminile presente nella città di Napoli. Scarsa la presenza di straniere o apolidi registrate con una percentuale del 3,5% di presenze rilevate. Incidono su questa, con molta probabilità, tutta quella serie di immigrate irregolari, nomadi e in transito senza residenza, che sfuggono, per loro caratteristiche, alle rilevazioni ufficiali. Stando ai dati 2001, invece, la popolazione femminile residente nel Comune di Napoli era stimata intorno a 523.880 unità su un totale di popolazione di 1.004.500 con un tasso di femminilità del 52%. Già in una prima analisi comparata temporale, a distanza di dieci anni, si può notare la diminuzione di circa 20.000 unità di popolazione femminile con un’incidenza del 2,5% sull’intera popolazione cittadina, mantenendo tuttavia lo stesso tasso di proporzionalità del 52% (lo scarto è stimato intorno al -0,5%).
\r\n\r\nFigura 1.25: Distribuzione percentuale delle donne per fascia d’età e cittadinanza – Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico su dati Anagrafe 2011
\r\nNelle fig 1.26 e 1.27 la fascia di bambine ed adolescenti che va da 0 a 14 anni rappresenta solo il 14,5% della popolazione, confermando ancora una volta il trend negativo di nascite e l’elevato tasso di invecchiamento della popolazione, di fatti la fascia degli anziani over 65 viene stimata intorno al 20,5% con uno scarto di 6 punti percentuali dalla precedente. Estremamente consistente, invece la fascia di potenziale forza lavoro rappresentata da ben il 65% della popolazione (circa 330.000 unità sulle quali saranno presentate analisi più dettagliate seppure rispetto ad una base dati differente che è quella anagrafica comunale nella quale si ritroverà uno scarto di unità dovuto alle problematiche evidenziate in apertura relative all’incongruenza delle due rilevazioni).
\r\n\r\nFigura 1.26: Distribuzione per fasce d’età donne Napoli – Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico su dati Istat 2011
\r\n\r\nFigura 1.27: Istogramma di composizione popolazione femminile residente per fasce d’età % – Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico su dati Istat 2011.
\r\nRispetto ai dati 2001, volendo guardare al dato disaggregato per municipalità della fig 1.37 e volendo capire quali siano le fasce di prevalenza all’interno delle singole municipalità, si può evincere che le donne con età più avanzata prevalgono soprattutto nella municipalità 5, seguita dalla decima e dalla prima; questo probabilmente dovuto al livello di benessere associato a queste specifiche municipalità e ai costi di vita più elevati in esse riscontrabili. Risultano più giovani per popolazione femminile residente le municipalità 6, 7, 8 e 9; si tratta per l’appunto delle municipalità con maggiore prevalenza di nuclei familiari più estesi, comunque più periferiche e nelle quali il costo della vita è percepito essenzialmente come sostenibile anche per famiglie più ampie e non propriamente benestanti. Molto più bilanciate invece le municipalità 2, 3 e 4, che sono quelle relative alla zona del centro storico, nelle quali convivono nuclei di vecchia data (famiglie che storicamente hanno vissuto e vivono quella zona), ma anche giovani studentesse, precarie e professioniste che vivono il centro essenzialmente come momento di vita transitorio
\r\n\r\nFigura 1.37: Distribuzione delle donne residenti per fasce d’età e per municipalità – Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico su dati Statistiche Comune di Napoli 2001
\r\nSe si guarda al medesimo dato nelle distribuzioni 2011 della fig. 1.38 alcune differenze, ma non notevoli, sono riscontrabili. La fascia di età più elevata continua ad essere la caratteristica delle municipalità 5 e 10. Fascia intermedia, invece, prevale nelle municipalità 1, 2, 3 e 4, che, fatta eccezione per la prima dove l’età media delle donne si è abbassata notevolmente, continuano ad essere le municipalità nelle quali le fasce d’età continuano ad essere più bilanciate. La fascia delle giovani caratterizza le municipalità 6, 7, 8 e 9 a riconferma dei dati 2001. Questo fa sorgere legittime domande rispetto ai forti tassi di inattività, per cui, se è vero che le municipalità 5, 10 e 1 sono quelle con età più elevata e tassi di inattività più contenuti, perché, invece, nelle municipalità in cui prevalgono le donne i tassi di inattività crescono esponenzialmente? Si potrebbe supporre che questa particolarità sia sempre una questione imputabile al doppio svantaggio di essere donne ma anche giovani, per cui, nell’approcciarsi al mercato del lavoro in affanno e caratterizzato da alti livelli di disoccupazione queste donne si trovano doppiamente svantaggiate. Ma è pur vero che in queste stesse municipalità prevalgono famiglie con figli, quindi probabilmente rilevante rispetto all’inattività risulta il carico familiare, dal quale la donna napoletana si sente ovviamente rallentata e rispetto al quale si potrebbe intervenire con politiche congrue di appoggio e accompagnamento.
\r\n\r\nFigura 1.38: Distribuzione delle donne residenti per fasce d’età e per municipalità – Elaborazioni del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico su dati Anagrafe Comune di Napoli 2011
\r\nA cura del Dipartimento di Scienze sociali Università di Napoli Federico II Direzione e coordinamento: Enrica Amaturo, Anna Maria Zaccaria Gruppo di ricerca: Flavia Menna, Dario Minervini, Gabriella Punziano
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